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AR GE NT I  ME D I E VAL I

                   NOVITÀ      1194-1197 REGNO DI SICILIA

               DENARO DI MESSINA

          La moneta del figlio di Federico Barbarossa
              Secondo figlio del grande imperatore Federico Barbarossa,
               Enrico VI nel 1168, a soli tre anni, fu eletto Re dei Romani.
              Nel suo pur breve regno riuscì a dare un importante nuovo
                assetto alla monetazione siciliana introducendo i denari
              di mistura e sospendendo la produzione di monete in rame.
             La produzione dei nuovi denari era concentrata nelle Zecche
           di Palermo, Messina e Brindisi e tale cambiamento toccò anche
                      l’iconografia delle monete dalle quali Enrico VI
                      eliminò ogni traccia delle iscrizioni in arabo.
            In questa occasione ti offriamo la possibilità di possedere
          uno di questi splendidi ed innovativi denari medioevali
           in argento, realmente circolato in quegli anni
                  e in buono stato di conservazione
                      con la scritta “E IMPERATOR”
              e la croce patente dei templari al diritto,
                e un’aquila ad ali spiegate al rovescio.
                   Diametro di circa mm. 16 e peso
              di circa gr. 0,8, viene fornito in cofanetto
                       con garanzia di autenticità.
             e 60,00  CODICE 984688 • 10 PUNTI






                    NOVITÀ
                                 1200-1400 RAVENNA
                                 L’ARGENTO DI RAVENNA

                                 L’incrocio tra Fede e superstizione
                                 Famosa in tutto il mondo per i suoi mosaici, per la sua arte e cultura,
                                  la città conserva le spoglie di Dante Alighieri e ne mantiene viva la memoria.
                                   Con un passato di capitale dell’Impero romano d’Occidente e sede vescovile,
                                   ha vissuto anni di vero splendore e ricchezza con una propria zecca aperta
                                   nel 402 d.C. Testimone di questo vissuto glorioso è la monetazione dell’epoca,
                                  ne è un esempio la moneta vescovile che ti proponiamo e che magari
                                 è stata proprio nel borsello del sommo poeta!
                                 Al diritto campeggiano le lettere V P S disposte a triangolo, abbreviazione
                                  del termine latino “arcivescovile” mentre al rovescio si nota la croce patente
                                         accantonata da trifoglio con gambo simbolo di trinità
                                           ma anche di prosperità, accompagnato dalla fede nella vita terrena.
                                             In mistura (lega d’argento) con un diametro di circa mm. 16
                                             e un peso di circa gr. 0,50 in buono stato di conservazione,
                                             viene offerta in cofanetto con garanzia di autenticità.
                                         e 65,00  CODICE 984689 • 10 PUNTI


          Le tecniche di conio delle zecche medievali italiane erano lacunose e sovente le monete presentavano imperfezioni, differendo da esemplare ad esemplare.
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